Lettore

mercoledì 12 agosto 2015

L'ora
Quel tempo c'è sempre, nascosto tra i raggi del presente.
Ma poi qual'è il tempo quello vissuto o quello ancora da vivere?

Franco Pancaldi

quadro Gavin Calf

domenica 15 marzo 2015



Intervista in privato




Ho un sondaggio sacrificale da proporti lo accetti?

Ovvio non mi tiro mai indietro alle domande.

- Esiste l'amore?

Azzo così di brutto, alla prima domanda questa delle cento pistole.

- Certo ti avevo avvertito che sarebbe stata dura. Allora?

No

- Cosa No?

Per me non esiste e affermo questo come un mio pensiero, sicuramente controtendenza, ma sentito

- Ascolta tutti parlano d'amore e tu non credi a questo sentimento?

Tutti parlano di pace caro mio e perché continuano a fare le guerre, sei capace di rispondere a questo!.

- L'amore è un equilibrio tra due persone non pensi a questo?

Anche la pace lo è tra due popoli, invece ognuno vuole la sua parte, ognuno ha le sue credenze, abitudini, (cazzo abitudini).

- Si è sempre decantato l'amore nei film, racconti, nelle feste, in chiesa, Quindi?

Quindi per dirla tutta, l'amore più importante è il rispetto e non mi sembra che ultimamente, almeno dalle cronache emerga questo. Alla maggior parte degli uomini il rispetto è tu donna fai quello e stai zitta o sono botte. Nelle scuole si picchiano i bambini e queste sono mamme dei loro a casa. nelle case di riposo i vecchi sono trattati come un peso e li lasciano tutto il giorno in una carrozzina, quando gli va bene, oppure legati ai polsi per paura possano far del male a qualcuno (questo l'ho vissuto di persona sulle spalle di mia madre).

- Ascolta non divagare troppo e concentrati sulla risposta, sei proprio al contrario di tutti porca puttana, tutti si amano.

Certo anch'io amo, il mio e lo ripeto è un segno di rispetto, ci si unisce in matrimonio nella buona e cattiva sorte, poi appena arriva la cattiva sorte si viene allontanati. La cattiva sorte alla fine cos'è, un calo di desiderio, una presenza diversa, una malattia, un disagio o una violenza.

Sta di fatto che nella cattiva sorte vien comodo spostare l'attenzione sul fatto che "Non sento più niente". Ahahah mi scappa da ridere, senti anche troppo, ma ti sei stancato. Decantano il fatto che l'amore non debba mai finire, salvo poi smentirsi alla prima occasione.

Giovani di trent'anni che si innamorano di una donna di ottanta, cazzo avranno tenuto la figa sotto spirito, non venitemi a dire che sentono le farfalle quando le baciano la dentiera o le cercano le tette al piano di sotto. "Sono innamorato di lei, non per i soldi tengo a precisare, anche se è benestante. Perché mi fa stare bene. Certo te lo credo pure io che ti fa stare bene.

- Allora non credi all'amore a prima vista?

Assolutamente no, credo all'emozione, al pensiero a quello che ti fa sentire bene, ma che esula dall'amore.

Chi dice che tutto questo, forse dimentica che l'amore non si da e non si regala così, se esistesse quello si chiamerebbe scambio. Anche ai figli si da loro emozione, tranquillità, aiuto. I bambini assorbono questo come emozione, l'essere considerati e non sgridati come in una caserma.

Ho una madre dirimpettaia al mio appartamento e la sento urlare coi suoi figli, in preda a crisi isteriche e lei si giustifica dicendo cosa: a scuola sopporto i bambini e a casa mi sfogo coi miei. Tu sei da rinchiudere credimi.

- Penso tu sia la prima persona che mi risponde in questi termini, Perché sei così prevenuto?

Io prevenuto, no sono realista.

- Come realista, allora tutti gli altri sbagliano?

Non mi interessa se sbagliano o no, questo è il mio pensiero, come sempre contro tutti. Sono felice di essere così, almeno sono vivo e penso con un minimo di testa.

- Quindi gli altri non ragionano?

Assolutamente sono punti di vista. Sono arrivato a questo con la consapevolezza, ho fatto un percorso mio, autodidatta. Lo facevo quando ero costretto a stare in casa per accudire mia madre, visto che la persona che aveva dichiarato amore, nonostante tutto si era defilata. A mia madre davo attenzioni e l'ascoltavo, alcuni lo possono chiamare amore, io emozione.

- Cosa ti piace in un rapporto tra un uomo e una donna.

Questo, l'emozione, il rispetto e il poter essere liberi col pensiero. Può sembrare nulla, ma è la base.

- Mi ha fatto piacere questa breve intervista, prometto che ci risentiremo presto



Anche a me ha fatto piacere spiegare un mio punto di vista. Lo so non sono normale, ma preferisco essere un'emozione anormale che essere scontato. Franco 
Sereno notturno

giovedì 12 marzo 2015


Diciamo la verità: quanta gente pensa di passare la vita a dimostrare qualcosa; che sia sul lavoro o nei confronti di qualcuno!
Alla fine le persone capiscono di te quello che vogliono raccogliere.
Perché le persone sono così, cercano di spremere il succo della tua essenza. Solo tu però puoi decidere se ne vale la pena o meno.
Cosa insegna la vita agli altri, forse non troppo visto che tanti sono ancora lì a pensare come contare nella vita, dimenticando che si deve valere prima per sé stessi. E poi il resto è storia. Franco

venerdì 27 febbraio 2015

Fogli consumati



Fogli consumati
Come la definiamo questa: una vita che andava vissuta, capita, anche se faceva male. A questo punto voglio condividere un malessere tra le pagine di un diario. Quello che ho trovato. A scriverlo lei, una madre mai capita da chi le stava accanto e per la quale le scuse tardive non possono rimarginare nulla. Specie se lei non c'è più.

Non sei ricordo sei presenza in un'assenza.
Franco Pancaldi

lunedì 23 febbraio 2015

Ali

(Franco Pancaldi)

Il solo volteggiare di un alito di vento, pareva ricordare ogni piccolo accento, ogni minima presenza, ne cambiava però apparenza e realtà, Mescolandosi tra il possesso e l'eccesso, in quella piccola trama del discorso che scintillava tra un punto e una virgola. Poteva cambiare il modo di spiegare ma non quello di capire. Aveva tante cose da dire, incastrate una sull'altra, ma come in una favola doveva riuscire a srotolare quel gomitolo d'emozioni

Sereno notturno

domenica 15 febbraio 2015

Carne


Carne





Mostrava quasi oscenamente le sue umide labbra. Sapeva questo fosse un piacere per l'uomo che la sfiorava.
Poi il silenzio, mentre lei bendata con un foulard di seta rosso sentiva riempirsi la sua carne.

Franco Pancaldi

sabato 14 febbraio 2015

Un giorno uguale



Un giorno uguale




Quasi sempre seduto immerso in spunti di riflessione, quell'uomo ne sentiva una necessità forte. Voleva lasciare traccia, anche se piccola, un ricordo di chi in questi anni lo aveva migliorato tanto con la sua anima e non era così scontato potesse esserlo.

Cos'erano “Le cose del cuore”, cosa significava sentire cara una persona ogni giorno. Questo intrecciarsi d'emozioni lui le scandiva nei ricordi. Fotogramma di mille immagini. La prima quella persona tanto cara, lui le voleva bene, ma forse non le aveva dato il giusto riconoscimento, gli ultimi anni però si era rifatto. La seguiva sempre le dosava cure e attenzioni, e lei lo guardava fissandolo come un pittore guarda un quadro. Bionda tinta, minuta e provata, curva sui suoi pensieri. Non era mai riuscito a entrare nella sua anima, lei non voleva che nessuno indagasse sul suo disagio. Aveva riacquistato fiducia nonostante soffrisse sia per l'età e per una sorte di costrizione che la portava a uscire poco, diceva sempre queste parole all'uomo: “Non voglio essere un ospite, mi sembra d'essere in hotel e tu non puoi fare tutto questo per me, pensa a uscire divertiti”, sapeva benissimo di non essere un ospite, sentiva come sua una colpa, lei donna e madre di mille attenzioni, meritava tutto il bene possibile. Lui sapeva era giunto il momento di ricambiare. L'uomo conosceva solo quel modo per voler bene.

Andando avanti nei ricordi anche quella ragazza, quasi una donna, persona dolce amante della fotografia, alle prese con qualcosa di molto più grande di lei, una malattia. Non perdeva e tuttora lo fa la gioia del sorriso espresso dalle parole, frasi o canzoni che estrapola in giro, sempre dosate e piene di un carisma proprio. Accompagna tutte le mattine per tutti i giorni dell'anno con saluti nel suo profilo facebook. Un pensiero per tutti ogni giorno e talvolta li deliziava e lo fa tuttora con disegni propri. Quelle tenerezze che pochi saggi hanno. Lei non lo vuole capire, ma è una persona deliziosa con le sue piccole cose. Lei non si perde mai d'animo e quando si sente sola trova qualcosa di bello da mettere, che sia mezzanotte o notte fonda, non importa. Sprezzante di una malattia, che sa benissimo riuscirà, con la sola tenacia che ha lei a sconfiggere. La positività vince ogni malanno, questo glielo dice spesso l'uomo come per altro le dice da anni una frase “ Ricordati che appena starai bene andremo a prendere un gelato” Grazie per come sei, quell'uomo sa quanto tesoro abbia dentro di lei.

Ultima riflessione, ma importante questo per capire come gli incroci della vita siano tanti, eppure ci si incontra anche a mille e passa chilometri di distanza, lei una persona solare che ha intravisto nell'uomo una sensibilità semplice. Forse quella complicità a cui non era abituata. Cresciuta troppo stretta alla necessità di sentirsi in dovere verso qualcosa o qualcuno. Lei che non sopporta quando qualcuno le dice: “Meriti tanto”. Cerco di non dirglielo. 

Una grande donna forte, energica, testarda e gelosa. Caparbia al punto tale da dare una svolta a quella vita che le va stretta e ripartire da zero, conoscendo persone, albe, tramonti, paesaggi e modi di vivere diversi.

Non si finisce mai di imparare e non ci si deve permettere il lusso di smettere, ognuno fatto a modo suo, con un modo di voler bene uno diverso dall'altro. Generosi mai spocchiosi, leali mai con cattiveria. L'uomo voleva ringraziare persone come loro che insegnano la vita. 

San Valentino resta un dettaglio. 

Chi vuole sentirsi apprezzato quel giorno, non percepisce che in realtà la vita è fatta ogni anno di trecentosessantacinque giorni, scanditi da emozioni.






Franco Pancaldi

giovedì 12 febbraio 2015

Reflection


In fondo noi cerchiamo sempre di vivere con riguardo verso chi ci vuole bene. Alle volte trascurando inconsciamente noi stessi , ma felici di poter dare parte della nostra anima a qualcuno. Tutto questo con un sorriso che medita e merita sempre, perché noi siamo così, sognatori con i piedi per terra.

martedì 3 febbraio 2015

Quattro mani

Questo piacevole duetto a quattro mani
- Cosa sei in quell'alba, fatta di gote rosse e pelle dura. Di sentito piacere e liquida vertigine. Già tu sei un orgasmo pentito ma mai sopito.

- Sono della forma che mi dai, bianca di carni che s'aprono sotto il tuo desiderio a cercarmi dentro, nascosta e supplichevole nell'appartenenza del tuo comando.

- Aperture, varchi, strette insenature, porto estremo di consunta bellezza, irrorate dalla vista di una crescita dura che s'infila in anfratti già colmi dell'olio del piacere.

- E mi scivoli mentre t'intingi nel balsamo delle mie disciolte voglie, mi trattieni in posa, ché la tua stretta è la corda con la quale leghi le mie fughe e di te sento la veemenza e di me senti il muco.

- Ascolta quel lento sbattere di reni, odi il pertugio aprirsi, mentre instancabile, secerni vendetta di desiderio, ma non fermare il movimento, rendilo fluido.

- Il mio corpo ti divenga taglio e la mia schiena gaussiana lattea e mentre io convessa, tu calco e, durante i miei spasmi, i tuoi crampi.

Sereno Notturno e Eros e Thanatos. Conditio sine qua non.

Ritrovarsi rabbiosi, proprio dove non ci si da pace prede deglii istinti e tranquillità perdute, dalle sgarbate irrequietezze della pelle. Franco


Sereno notturno

giovedì 29 gennaio 2015

Quell'odore del nulla



Quell'odore del nulla
In fondo siamo tutti piccoli in un mondo di piccoli. Con la differenza che c'è chi sgomita per respirare e chi cerca di emergere in silenzio con la sola arma che possiede: L'anima.
Il resto sono battute da vicoli malandati e buii, tra l'odore di piscio e l'avanzo rangido di un pasto frettoloso. Franco

Sereno Notturno
Eccoci qui, questa è la nuova uscita nei web store. Questo è Andrea Lagrein 



lunedì 26 gennaio 2015

Il passato che ritorna


Il passato che ritorna

Quella era una notte d'inverno con quel freddo che a malapena i cappotti riuscivano a contenere. Proprio di fronte al locale un uomo era disteso a terra rantolante, gli occhi non si scorgevano perché chiusi. Respirava a fatica e, per portarlo al caldo lo presero di peso. Una grande folla intorno, poi sempre meno fino a scemare quando fu del tutto dentro al pub.

Non si sapeva esattamente cosa fosse successo a quell'uomo dalla fisionomia esile ma dall'aspetto curato. Ero seduto in quel tavolino di legno graffiato, pieno di firme e disegni strani, li all'angolo del pub osservavo la scena, quando mi avvicinò una ragazza chiaramente scossa alla vista dell'uomo.

Mi chiese se poteva bere con me una birra, aggiungendo che forse la cosa sembrava strana e scortese ma aspettava qualcuno e non voleva rimanere sola. Feci onestamente la figura di quello che se la tirava, tutt'altro, non vedevo l'ora di chiacchierare con qualcuno. 

Acconsentii facendola accomodare al tavolo.

Parlava, guardava e abbassava gli occhi, sempre così almeno per dieci minuti buoni. Mi disse che si chiamava Vittoria e lavorava come receptionist all'hotel della città. Quella sera aveva appena smesso e come le accadeva ogni tanto si era fermata a mangiare un hot dog e bere una birra. Così chiamai il cameriere e ordinai per tutti e due. Mi trovavo di fronte a una ragazza dai lineamenti fini, estroversa e con un bel sorriso. Ci ascoltammo per circa un'ora arrivando al punto di prendere l'argomento delle emozioni. Ero sinceramente abituato a parlare, però mi ero incantato con le sue parole mentre mi descriveva se stessa, come fosse e che anima sensibile ma forte avesse. Parlammo di un'infinità di cose e lei arrivò a chiedermi se avevo sentito parlare del grande Buk, io in quel momento sinceramente pensavo a altro, ma ascoltavo preso dal suo racconto. Casa mia col suo disordine e l'odore di alcool e sigaretta ricordava un attimo la sala di Charles e intenzionalmente glielo dissi. Si scatenò un'ammirazione folle nei miei confronti. Non so se lo pensasse davvero o volesse solo entrare a casa mia. Qualunque fosse la risposta decidemmo di continuare i nostri discorsi proprio nel mio appartamento. Mi chiese se poteva comperare qualche birra, a quella domanda scoppiai in una fragorosa risata, perché forse pensava di non trovarle a casa mia, in cantina ne avevo un mezzo scaffale e in frigo due ripiani. Uscimmo dal locale, lei prese la sua macchina e mi seguì. Era una di quelle sere strane in cui non ti aspetti nulla, tanto meno tornare a casa con una donna. Cazzo, imprecando tra me e me, pensai subito allo stato della casa, se avessi messo dentro la cesta della biancheria sporca le mie mutande, se avessi il bagno un po' in ordine. Non volevo entrasse e uscisse subito schifata. Mi feci subito una ragione capendo non le dispiacesse quel genere di caos.

Messo la chiave nella toppa entrammo e accendendo la luce tirai un sospiro di sollievo, almeno le mutande non erano in giro. Lasciando i cappotti sul primo posto che capitava ci sedemmo sul divano, continuava a guardarmi e sentendosi a proprio agio si aprì. Disse che le era dispiaciuto avermi disturbato al tavolo del pub, ma aveva paura di quell'uomo. Voleva che la tenessi vicino ora. Passammo la sera a bere birre talmente vicini, anzi forse troppo, tanto che le nostre bocche impastate con l'alcool della birra si sfioravano di impeto, senza fermarsi. Nemmeno i nostri corpi trovavano sazietà, carne contro carne forzando con cautela ogni passaggio lecito e illecito, pareva ci conoscessimo da sempre, come pure i nostri corpi in quel lento e inesorabile piacere. Erano proprio i nostri sguardi la nostra foga e i nostri movimenti a rendere sazio quell'incontro. Quel sano odore misto di sesso e alcool, insieme alle risate, avevano allontanato gli spettri della paura. Ancor di più mi ricordava i racconti del grande vecchio. Lei mi cercava, voleva sentire l'odore del mio glande il profumo delle mie palle, avvinghiata al mio corpo ormai protetto. La notte passò annebbiata dalla birra, dai mille sguardi, e dagli evidenti sessi al massimo dello spasimo. Un'occasione splendida di conoscenza e complicità per entrambi, così proprio come recitava una frase del grande Charles: “Le donne, pensai, le donne sono magiche. Che esseri meravigliosi”.

Il mattino seguente si alzò e mi fece un caffè ormai padrona delle stanze, sentii la sua voce delicata e serena che mi ringraziava. Si sdraiò sul letto, portandosi le lenzuola sopra al seno mi guardò, e mi spiegò la ragione del suo comportamento: Quell'uomo sdraiato, privo di sensi all'ingresso del pub era suo padre, l'aveva trovata nella città in cui lavorava e viveva. Un padre che aveva fatto della sua vita un incubo, beveva e le metteva le mani addosso, quella situazione le aveva messo una paura fottuta. Il padre soffriva di cuore, questo lo sapeva, ma non poteva sopportare l'idea che la sua vita potesse essere nuovamente distrutta dalla sua presenza. La presi a protezione tra le mie braccia, notando un rivolo lungo gli occhi, stava piangendo dalla gioia di trovarsi sicura in quel letto.

Capii profondamente il vero significato della sua emozione e di quello che poteva essere viverla per entrambi. 




Franco Pancaldi









venerdì 23 gennaio 2015

Pulviscolo d'emozione




Pulviscolo d'emozione




Vorrei anche solo immaginarti nei vicoli che odorano d'antico, coglierti nel nell'estasi di quel desiderio parte di un momento.

Immergermi nelle tue trasparenti stoffe accarezzando un volto che mi guarda con soggezione per timore io svanisca.

Ma si sa l'emozione dura l'attimo in cui la vivi. Franco 




Sereno Notturno

"Sorrisi invernali"












"Sorrisi invernali", ecco quello é il punto. Capire che i sorrisi sono per tutte le stagioni. Non esiste stagione che non abbia un abito appropriato basta sapere cosa mettersi. Ecco vestiti di nuove eleganti emozioni. Quelle disturbano chi ne é carente o le usa di comodo. Franco

Sereno notturno

UNICA MENTE: Mi piaci silenziosa, perché sei come assentemi se...

UNICA MENTE: Mi piaci silenziosa, perché sei come assente
mi se...
: Mi piaci silenziosa, perché sei come assente mi senti da lontano e la mia voce non ti tocca. Par quasi che i tuoi occhi siano volati via ...

Istinti




Urla e sfoga la tua rabbia guardando negli occhi il destino, riprenditi la vita nelle tue mani e usa i tuoi istinti per produrre desideri.
Franco Pancaldi


A piedi pari



A piedi pari
Passi imprevedibili, che sanno di danza nei cuori presi.
Leggere ma nitide scosse di adrenalina che riempiono gli stati di una mente.
Assaporali e falli tuoi. visione di una mente che esprime.
Franco

martedì 20 gennaio 2015

"Chi sono?".
Il punto è proprio questo.
Una minuscola domanda che racchiude una marea di considerazioni, pensieri, stati d'animo, approcci con la vita e di come la si vede.
Il più delle volte questa domanda mette in dubbio anche come l'hai vissuta fino a ora questa vita: bene, male, così così, noncurante di dove ti avrebbe portato. Sei giunto dove volevi, devi ancora arrivarci avresti sperato ti portasse da un'altra parte.
Questo forse non ha importanza.
Resta capire chi si è veramente.
Non è il dubbio che ci assale quando si cerca di capirsi
è la vera domanda.
Allora ci si risponde "Io sono me stesso".
Cazzo... facile come risposta, ma ne sei sicuro?
Essere se stessi implica conoscenza.
Molti dicono di capire gli altri
balle
se non capisci te stesso, non sei in grado di capire nessuno.
Manca molte volte una maggior autostima, senza quella non vali un cazzo. Franco

Sereno Notturno