Lettore

domenica 24 agosto 2014


L'appuntamento mancato

Mi trovavo distante mezz'ora da casa. Troppo il desiderio di dare uno sguardo al posto. Ero entusiasta della zona. Sembrava tranquillo, molto verde, fiori colorati, quei quartieri come tanti dove i bambini giocano tranquilli, ordinati e disciplinati.
Case basse, tinte pastello come i palazzi di Firenze. Il tepore primaverile rendeva tutto più reale, colori profumi e sguardi. Quello era il mio angolo. Una telefonata due giorni prima mi annunciava che forse avevano trovato quello che faceva al caso mio.
In anticipo, come sempre del resto voglio essere il primo, entro in un bar, mi colpisce l'insegna a triangolo con le palline luminose che si rincorrono. Dietro di me entra una signora sui settant'anni, il volto simile a una carta geografica, piena di fiumi e valli a delimitarne il contorno. Un po' ricurva e di bassa statura, ma con gli occhi chiari e lo sguardo simpatico. La invito a passare e lei tenta di allungare il passo. Il barista si rivolge a lei gentilmente. Siede al tavolinetto, ordina un bicchiere di latte corretto con brandy, la guardo e sorrido. “Un caffè grazie” ordino io. Lei continua a fissarmi come incuriosita da qualcosa. A bassa voce quasi per non voler disturbare mi rivolge la parola “Sono innamorata di questo posto, capito di rado oramai e solo per affari”. Racconta di suo marito, professore di lettere, tarchiato, voce grossa e carattere generoso . Metteva sicurezza il suo lessico, anche quando parlava con amici... intenerivano i suoi vocaboli. Guardo i suoi occhi chiari, profondi e lucenti, sono quelli di una persona colta. Una donna che ha ascoltato tanto nella sua vita e parlato a momento opportuno. Non avrei dato una lira per il suo abbigliamento, mi sarei indebitato per il modo col quale ascoltava.
“Bene... lei cosa fa da queste parti, diceva essere di passaggio o sbaglio?”, domanda l'anziana. Poi un lungo silenzio. Non riesco a nascondere uno sguardo ebete, abbozzo però una piccolissima frase: “Ho un appuntamento”. I suoi occhi si spalancano di gioia. “Spero con una donna”; poi abbassa lo sguardo.
Il locale è semivuoto, il barista non ha nulla da fare e ci guarda.
L'anziana donna dice di attendere l'agente immobiliare e un acquirente, ha appuntamento alle quattro, manca ancora mezz'ora. Inizio a sudare, ho le mani che tremano e lei percepisce il disagio.
“Signore tutto bene?”. Sono impietrito, sicuramente non ho capito, ma faccio un cenno di sì col capo. Prendo forza, cerco d'abbozzare un discorso e le dico che anch'io aspetto il titolare dell'immobiliare. “Che coincidenza” dice la donna e continua il discorso. “Ho una villetta da vendere, ormai ho troppi anni per tenerla in buono stato e sinceramente mi basta la casa che ho. Se ne occupava mia nipote, ma poi si è trasferita in Trentino, così la vendo, anche se i soldi non sono un problema... mi dica allora che è lei l'acquirente”. Quasi rasserenato le dico che probabilmente sono proprio io.
Mi descrive ogni angolo: la cucina ampia e spaziosa, che vorrebbe lasciare intatta perché costruita su misura, la scala in granito Rosa Sardo Beta. Un bagno al primo piano, le camere grandi e luminose, “Hanno l'atmosfera di quelle della Provenza”, aggiunge.
Il bagno più grande con specchio incassato e pietre colorate. Ha il volto rilassato di chi sa che sta proponendo un vero affare. Non vedo l'ora di varcare la soglia, quando mi fa una domanda... “Lei è sposato?”.
”Lo ero”, un velo di tristezza e bianco in volto... vengo però rassicurato dallo sguardo della donna: “Non si preoccupi”.
Il tempo sta passando, mai così in fretta come oggi.
“Ora andiamo”, dice la signora guardando l'orologio, sono quasi le quattro. Pago, il barista sorride e mi dice: “Ha una splendida madre” annuisco, lasciando intendere sia così. La donna si appoggia sul bastone, si avvia ed esce, io dietro lei. La prendo sotto braccio come a proteggerla.
“Avessi avuto un altro figlio avrei lasciato la villetta a lui. Potrebbe però essere mio figlio per un giorno, le va l'idea?”. Non ho il tempo di rispondere, arriva e scende dalla macchina l'uomo dell'agenzia, lei mi dice di lasciarlo parlare.
Ci salutiamo cordialmente, ci presentiamo, veniamo al dunque e lui scopre che manca l'acquirente. Aspettiamo con pazienza parlando di qualsiasi cosa. Lui infastidito chiama il numero che aveva come contatto, inutile non risponde. Il caso ha voluto che il mio telefono fosse scarico e si sia spento. L'anziana bisbiglia all'orecchio del signore che fortunatamente era venuta con suo figlio, almeno sarebbe tornata a casa in tutta tranquillità con lui.
Aspettiamo ancora, sono sempre più incredulo.
Salta l'appuntamento, a malincuore l'agente saluta e sale in macchina.
Rimaniamo io e la signora. Con un gesto della mano mi indica la strada che porta alla villetta, ..“Andiamo a vederla”.
Sembra ancora più felice, come per dire: non è mai tardi per fare una buona azione.
Sono basito ma felice.
Mi manca capire, se sia quello il vero affare della mia vita... l'anziana è sicura lo sia.

Scritto da Sereno Notturno 24/08/2014

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